Sovrappeso e obesità, allarme tumore

I medici lo ripetono da tempo, ormai: sovrappeso e obesità fanno aumentare il pericolo di ammalarsi di tumore. Lo conferma ancora una volta uno studio presentato al Congresso Europeo di Oncologia che si è chiuso nei giorni scorsi a Berlino. Secondo Andrew Renehan dell’Università di Manchester (Gran Bretagna), almeno 124mila nuovi casi di cancro nel 2008 in Europa sarebbero provocati dall’eccesso di peso corporeo. Sotto accusa soprattutto le scorrette abitudini alimentari: abbondanza di cibi grassi, fritti, salati e piccanti, troppa carne, poca frutta e verdura. E il troppo poco sport, soprattutto fra giovani e anziani.

OBESITY DAY – L’Italia è sempre più grassa. La strategia per far dimagrire gli italiani è fallita: l’esercito di connazionali obesi e in sovrappeso conta 67 uomini e 55 donne adulti ogni cento e gli esperti invocano regole nuove, «per convincere queste persone che dimagrire non è impossibile, è solo difficile, ma con l’aiuto degli esperti giusti è un’impresa che tutti possono vincere». Così Giuseppe Fatati, presidente dell’Associazione Italiana di Dietetica e Nutrizione Clinica (Adi), presenta l’Obesity Day, che si svolgerà in tutta Italia sabato 10 ottobre: «la giornata giusta per chiedere aiuto agli esperti e per ricevere un consiglio pratico». Quel giorno, infatti, molte Unità di Dietetica e Nutrizione Clinica ospedaliere e territoriali avranno porte aperte per suggerimenti e informazioni gratuiti, (per informazioni). Secondo le stime Adi, in Italia il 17 per cento degli uomini e il 21 per cento delle donne tra i 35 e i 74 anni è obeso, mentre il 50 per cento degli uomini e il 34 per cento delle donne è in soprappeso.

DIMAGRIRE, COM’E’ DIFFICILE – La prassi sembra essere questa: si prenota la visita dal dietologo, si rispetta la dieta per qualche settimana o si resiste pochi mesi e poi ci si arrende, perchè «dimagrire è impossibile». La via della dieta, insomma, è costellata di abbandoni. «I primi ad arrendersi sono i meno motivati – prosegue Fatati -: vogliono solo una linea migliore e arrivano a un paio di settimane. Poi quelli in sovrappeso, che pur avendo avuto la raccomandazione dal medico perchè stanno rischiando, non resistono oltre un paio di mesi. A sei mesi, poi, gettano la spugna anche gli obesi, 40 su 100 secondo un nostro studio, pur consapevoli che ictus e malattie cardiovascolari sono in agguato dietro l’angolo». Tutti in marcia, quindi, dopo delusioni e fallimenti, verso le malattie e verso scorciatoie di ogni tipo. Cresce allora la gran voglia di «palloncino» e della chirurgia bariatrica: sempre più giovani e donne, ma anche uomini over 40, alla ricerca di una seconda gioventù. Basta un dato per spiegare la folla corsa al bisturi, preferita da molti alla dieta: in Italia i centri di chirurgia bariatrica erano 9 nel 1999, ora sono 91. Eppure le operazioni sono utili solo quando c’è un’indicazione precisa, quando l’intervento rientra in un percorso studiato a tavolino con lo o gli specialisti e quando il paziente è davvero motivato, convinto a farsi seguire dal team medico anche dopo la chirurgia.

STUDIO INGLESE – Renehan, insieme a collaboratori olandesi e svizzeri, ha elaborato un sofisticato modello per stimare la proporzione dei tumori che potrebbero essere attribuiti all’eccesso di peso in 30 paesi europei. Utilizzando i dati di più fonti, compresi quelli dell’Organizzazione mondiale della sanità e dell’Agenzia europea di ricerca sul cancro, i ricercatori hanno calcolato che nel 2002 (l’anno più recente in cui è stato fatto un censimento dei tumori in Europa) su un totale di 2.2 milioni di nuovi casi, oltre 70mila erano attribuibili a un indice di massa corporea (Bmi) superiore a 25. L’indice di massa corporea si calcola dividendo il peso (espresso in chili) per il quadrato dell’altezza (espressa in metri). Questo indice, oltre il 25 indica il sovrappeso, oltre il 30 l’obesità.

DONNE PIÙ A RISCHIO – I ricercatori hanno quindi fatto delle proiezioni di questi dati al 2008 tenendo in conto il mutamento nella distribuzione dell’indice Bmi della popolazione, il forte e improvviso calo nell’uso della terapia ormonale sostitutiva nelle donne (che aveva mascherato gli effetti dell’obesità nell’incidenza del cancro al seno) e il più ampio uso dello screening col Psa per il carcinoma prostatico negli uomini. In questo modo hanno estrapolato per il 2008 il numero dei casi di cancro attribuibili all’eccesso di peso, pari a 124.050. In particolare, negli uomini sarebbe dovuto a sovrappeso o obesità il 3,2 per cento delle nuovi diagnosi oncologiche, nelle donne l’8,6 per cento. Il maggior numero di nuovi tumori correlati all’obesità sarebbe quello dell’endometrio (33.421), seguito dal carcinoma della mammella post-menopausale (27.770) e da quello al colon-retto (23.730). Da soli, questi tre tumori rappresentano il 65 per cento di quelli attribuibili all’eccesso di peso.

COLPA DELLA DIETA «AMERICANA» – «Il tumore al colon-retto – ha commentato Roberto Labianca, direttore del Dipartimento di Oncologia ed Ematologia agli Ospedali Riuniti di Bergamo – è la tipica neoplasia legata principalmente agli stili di vita e come tale colpisce prevalentemente i Paesi occidentali. Per questo è fondamentale agire sulla prevenzione primaria, intervenendo sulle abitudini alimentari fin da bambini, e insieme implementare i programmi di screening». Secondo l’oncologo, la dieta «all’americana» (grassi, fritti, troppa carne e cibi salati e piccanti e poca frutta e verdura) è la principale responsabile di questa forma di cancro, tanto che dei 40mila nuovi casi all’anno in Italia i due terzi si registrano al Nord, dove la dieta mediterranea è assai meno praticata che al Sud.

Fonte Corriere

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