Anice, finocchio, liquirizia sono il corollario ideale dei pantagruelici pasti delle feste.
Lasagne, arrosti, panettoni, torroni… il primo a risentire degli ”strappi” alla regola è proprio lo stomaco che si ribella rendendo difficile la digestione. Facile allora che dopo mangiato si senta il classico “mattone sullo stomaco”, pesantezza e la sensazione di essersi intossicati. Per fortuna tre diffusissime erbe ci vengono in soccorso dispensando, sotto forma di tisane, tutte le loro virtù digestive, depurative, carminative: sono anice, finocchio e liquirizia.
Il nome latino dell’Anice è Pimpinella anisum e appartiene insieme al finocchio alla famiglia delle Ombrellifere. Citata nei Veda indiani e nella Bibbia, ne trattano anche molti autori latini come Plinio; nell’antichità era importante sia dal punto di vista aromatico che medicinale. Il frutto, digestivo e diuretico, è indicato nelle digestioni difficili e nell’areofagia: un infuso dopo ogni pasto (un cucchiaino di frutti per tazza d’acqua bollente) agisce efficacemente.
Anche il Finocchio ha proprietà digestive, perché attiva la secrezione salivare, gastrica e intestinale. Di questa pianta che cresce spontaneamente nei luoghi assolati, caldi e asciutti, si usano i frutti.
L’infuso di finocchio ha un ottimo sapore, va preso dopo i pasti e si ottiene con un cucchiaino di frutti per tazza d’acqua bollente.
Infine la Liquirizia, pianta mediterranea, le cui prime testimonianze risalgono agli Egizi. Gli antichi la chiamavano “radice dolce” per il suo gusto gradevole. Ma l’azione benefica è più ampia: depurativa, digestiva, rinfrescante ed emolliente; con 10-15 grammi ogni 200 di acqua otterrete un infuso gradevole e profumato.
Vi assicuro che preparare queste semplici bevande, vi rivestirà di un’aura magica e misteriosa che avrà un benefico effetto anche sulla vostra mente. Al prossimo Tisana Party!
Fonte | La gazzetta degli annunci
Foto | Wikipedia
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