[book id=” /]Si può affermare con certezza che uno dei grandi ispiratori di Ippocrate sia stato Pitagora (575 ca. – 490 ca. a.C.) fondatore di una scuola mistica iniziatica basata sul rigore ed i principi morali nella quale con i numeri si poteva rappresentare la realtà naturale e cogliere l’armonia e l’ordine che reggono il Creato. Per i pitagorici il mondo è ordine ovvero Cosmos.
Egli non fu solo un grande matematico ma anche un importante filosofo, ed anche se non fu un medico, può essere considerato un eccellente “insegnante naturista”, nel senso integrale del termine. Il progresso della società doveva tener conto della promozione di un perfetto stato di salute, egli consigliava una dieta vegetariana e pasti poco abbondanti. I suoi “Versi Aurei” sono un vero e proprio vademecum del buon vivere. Si ritengono anche padri della medicina greca i filosofi ionici (Talete, Anassimene e Anassimandro), così come non si può negare che l’influsso della scienza etica di Socrate e le riflessioni di Platone non abbiano contribuito al sapere ippocratico.
Il primo insegnamento, per importanza, che Ippocrate (460 ca. – 370 ca. a.C.) dettava ai suoi allievi era “primum non nocere”, ovvero agire sempre senza arrecare danno al malato o comunque il minore possibile.
Il potere curativo della natura può essere assunto a modello prenaturopatico “vis medicatrix naturae” tanto che molti indicano Ippocrate come il primo potenziale naturopata della storia. In realtà sappiamo come sia comodo rintracciare nei personaggi di spicco qualche elemento a testimoniare la loro adesione ad un pensiero o corrente culturale; basti menzionare come alcuni abbiano penosamente rintracciato nella miracolistica di Gesù elementi tali da asserire che anch’Egli fosse in definitiva un naturopata; personalmente considero blasfema tale assegnazione, ed ingenua quella riferita ad Ippocrate quale “padre della naturopatia”.
E’ vero, però, che il “corpus Hippocraticum” (V – IV sec. a.C.) viene considerato quale medicina pre-moderna e che gli elementi della natura rivestono un ruolo primario La dottrina tetraumorale di Ippocrate getta le basi scientifiche della medicina tradizionale occidentale. Si esce così dalla medicina pre-razionale nella quale predominava il rito e la malattia cessa di essere un castigo divino.
Con Ippocrate la malattia è il risultato di un “disordine della natura”. Nasce un’arte medica, una “tékhnê”, che può essere insegnata, trasmessa, e dei terapeuti che in possesso di requisiti intellettuali possono aiutare a sanare, postulati come somme indicazioni nel trattato “Aforismi”. Ogni malattia è dovuta ad una causa, che poco o tanto è il risultato di un errore che l’individuo compie, contro le leggi della propria natura.
Con la dottrina degli umori si afferma che la salute dipende dal loro equilibrio e la loro distribuzione comporta l’esistenza di tipi umani, classificabili secondo il predominio degli umori (sanguigni, flemmatici, biliari, malinconici). Con tale dottrina si sviluppa la fisiologia, la prognostica e la cura. Con il Giuramento si instaura l’importanza del codice deontologico.
Nella terapia ippocratica l’alimentazione (dietetica) è l’aspetto più importante. La revisione dei propri comportamenti, lo stile di vita e una fisiologia costituzionale sono elementi che la naturopatia considera primariamente; sotto questo aspetto è lecito asserire che il naturopata trova in Ippocrate il suo antesignano. Tutti gli aspetti della medicina ippocratica, vengono oggi classificati come appartenenti alla medicina “prescientifica”, mentre restano ancora oggi validi nella medicina tradizionale (antica) occidentale dalla quale la naturopatia attinge le proprie conoscenze:
- Polivalenza causativa: un’unica causa può produrre differenti effetti
- Sovradeterminazione: le cause possono divenire ognuna il complemento di un’altra
- Polifarmacia: per curare una specifica malattia si possono usare varie terapie
- Sostanzialista: molte sostanze posseggono proprietà terapeutiche, ad esempio l’argilla e le pietre preziose
- Animismo: anche gli agenti morbosi vengono considerati quali viventi
Questa critica epistemologica sollevata dallo studioso belga R. Joly nel suo libro “Le niveau de la science hippocratique” nel 1966, e riportata da Alsina, 1990, può essere assunta, in positivo, a pieno titolo quale base del pensiero naturopatico. La teoria degli umori, la malattia quale causa del disordine individuale, le credenze animiste, sono i punti forti dell’arte naturopatica.
“Con Ippocrate la medicina si trasforma in uno studio della natura umana, con le sue leggi e i suoi principi, stabilendo, una volta per sempre, la regolarità della stessa natura umana, la sua essenziale costituzione fisiologica (la teoria degli umori, chiaramente esposta nel trattato La natura dell’uomo); il grande valore che, tra l’altro, si concede alla combinazione dell’ esperienza e della riflessione nel trattato Precetti; l’apporto decisivo alla medicina universale del concetto della prognostica (ed eventualmente della diagnostica) anche se in alcuni casi questi concetti non equivalgono a quelli moderni corrispondenti; la scoperta decisiva del rapporto mezzo ambientale/infermità, chiaramente stabilito nel trattato Le arie, le acque, i luoghi; e infine la nozione di storia clinica, come si vede praticata nei diversi libri de Le epidemie. (Alsina J., 1990, p. 58). Quando in naturopatia si effettua “l’analisi del terreno costituzionale” si fa riferimento alla dottrina umorale ippocratica.
Tutta la storia della biotipologia occidentale deriva dalla scuola ippocratica, basti ricordare Lazaro Riverio (Opera Medica Universa, 1680) e Nicola Pende (Trattato di Biotipologia umana individuale e sociale, 1939). Gli individui sono tanto diversi e ognuno si compone di una propria fisionomia, ecco perché sono importanti le caratteristiche individuali: fisionomia, comportamento, mimica, ecc.
A chi ama percorrere, per amore di conoscenza, le vie della ricerca, sarà gradito approfondire questi aspetti, quali immediati indicatori atti all’interpretazione, anche energetica. Se l’analisi assume un significato non esclusivamente estetico, ma anche trascendente, non si rimarrà ancorati all’aspetto puramente rivelatore, ma si andrà oltre le apparenze, sino al profondo dell’anima.
L’autore
Valerio Sanfo è autore del primo libro italiano sulla “Naturopatia e competenze del Naturopata” e Fondatore di AE.ME.TRA, Associazione Europea di Medicine Tradizionali che offre corsi di formazione professionale nelle discipline bionaturali e del benessere, tra i quali: naturopatia, iridologia, reflessologia e fitoterapia.
Fonte: article-marketing.eu