Un pieno di luce per fugare la depressione autunnale

Una tristezza eccessiva e una depressione crescente in autunno-inverno possono essere una vera e propria malattia. Si chiama SAD, ”Seasonal Affective Disorder”, acronimo che, paradossalmente, in inglese significa “triste”. Con l’accorciarsi delle giornate che si verifica con l’avvicinarsi dell’inverno, molte persone soffrono di un malessere dell’umore. Esperti statunitensi, che hanno studiato la patologia, consigliano, a chi ne è colpito, di trovare il modo di stare in posti dove c’è luce, preferibilmente solare, per combattere i sintomi di questa forma depressiva stagionale.

Per poter parlare di SAD, la National Mental Health Association ha stabilito dei sintomi precisi che devono essersi presentati negli ultimi due anni in assenza di episodi di depressione dovuti ad altri motivi, oppure devono essere notevolmente più evidenti.

  • Il malessere deve presentarsi nella stagione invernale o invernale o con l’accorciarsi delle giornate.
  • Deve presentarsi una maggiore attrazione per gli alimenti zuccherati o a base di amidi.

Pronunciarsi sulla diagnosi, comunque, può essere solo compito del medico o dello psicologo. I sintomi lamentati possono essere, infatti, collegati a diversi altri malesseri e malattie. Saranno i medici a decidere riguardo all’assunzione di farmaci.

Gli esperti come Jay Zimmerman, psicologo della Ball State University, definiscono ”Light therapy” la cura di luce che può risultare utile in questi casi. Se la luce solare non sempre è a disposizione, ci sono lampade specifiche in grado di emettere una luce simile a quella del sole.
Questa “cura della luce”, tuttavia, deve essere prescritta dal medico, con indicazioni chiare sulle modalità e i tempi della sua somministrazione: questa metodica “dolce” è controindicata, però, a quei soggetti che hanno specifiche malattie della retina e ai quali la troppa luce potrebbe nuocere.
La “light therapy” può essere fatta ambulatorialmente e anche al domicilio del paziente: quest’approccio terapeutico si rivela efficace nel 75-85% dei casi. Si può usare questa metodica al primo manifestarsi dei sintomi depressivi o anche a scopo preventivo, prima della stagione più fredda.
La cura della luce utilizza dei tubi fluorescenti che, tramite uno schermo piano inclinato, producono una luce bianca molto intensa, simile a quella solare: questa terapia inibisce la produzione di melatonina e stimola quella della serotonina, contribuendo a riequilibrare i ritmi sonno-veglia, alterati in chi soffre di SAD e ha difficoltà ad adattarsi rapidamente ai cambi di luce che si verificano con l’accorciarsi delle giornate in autunno-inverno.
La persona che si sottopone alla light therapy deve porsi a un metro circa dalla lampada, senza osservarla direttamente e tenendo gli occhi aperti.
Si possono seguire anche alcuni consigli per rendere la giornata più ”luminosa”: se si lavora in ufficio, è consigliabile lasciare le tende aperte e sedersi, quando possibile, nelle vicinanze della finestra, in modo da poter guardare fuori ogni tanto e lasciare che la luce solare raggiunga gli occhi.
Uno studio ha provato che un’ora di luce solare di inverno ha l’efficacia di due ore e mezza di luce artificiale. Se fa troppo freddo all’esterno, scegliere, per la pausa, un posto dove la luce solare può entrare e rimanerci per un po’.
Secondo la psichiatra Gabrielle Melin, il fatto che sia comune a molti, nel periodo invernale, sentirsi depressi, stanchi e di cattivo umore, non deve portare ad ignorare o a trascurare i sintomi di un eventuale malessere. Per compensare e scacciare frustrazione e pessimismo, alimentazione sana, attività fisica e sonno sembrano essere delle ottime armi. “Una dieta povera di carboidrati raffinati e di caffeina, ma ricca di vitamine, aiuta il corpo a mantenere alti livelli di attività”, spiega Melin. “Un costante e intenso esercizio fisico, invece, favorisce il rilascio di endorfine, sostanze ‘antidepressive’ prodotto dal corpo; il sonno, infine, aiuta a diminuire l’irritabilità e a migliorare le capacità di reazione”.
Inoltre, la psichiatra statunitense raccomanda di non trascurare la vita sociale e di affrontare l’inverno e le difficoltà mentali e fisiche con un approccio positivo e risolutivo; ma soprattutto cercare di non arrendersi: “Non bisogna mai lasciarsi andare e farsi dominare dal malessere. Il disturbo denominato SAD, è legato alle variazioni stagionali della luce solare, ed è riconducibile alla melatonina, un ormone correlato al sonno e che è prodotto di più dal cervello quando aumenta l’oscurità, può causare i sintomi della depressione”.

La SAD è come detto, una depressione tipica dei mesi freddi; i suoi sintomi principali comportano perdita di energia e di interessi, una forte sensazione di tristezza, fame eccessiva, necessità di dormire più del normale, calo della libido, voglia di cibi ipercalorici, come pane, pasta e dolci. La patologia compare all’inizio dei mesi freddi, in autunno, per regredire da sola all’arrivo della primavera, quando sono di più le ore di luce nella giornata.
Le donne sono colpite da questo disturbo quattro volte più degli uomini e, particolarmente, dopo i 35-40 anni.
Come dimostrano varie ricerche scientifiche, l’origine della SAD è biologica e si deve a una carenza del neurotrasmettitore serotonina, prodotto nell’intestino e nel cervello, responsabile del tono dell’umore e della comunicazione tra le cellule nervose. La depressione affettivo stagionale è anche causata da un eccesso dell’ormone melatonina, sostanza prodotta dalla ghiandola pineale (o epifisi) nel cervello e incaricata di regolare i parametri e ritmi dell’organismo, come il tempo di sonno-veglia, la temperatura corporea, la produzione di altri ormoni, come quelli della corteccia surrenale.
Come ogni disturbo dell’umore legato alla quantità di luce, anche la SAD si accentua nei mesi freddi e bui, quando una minor quantità di raggi solari colpiscono la retina, collegata per vie nervose al cervello. La minore esposizione alla luce in autunno e inverno fa diminuire la produzione di serotonina e aumentare quella di melatonina.
I medici hanno verificato che esiste una predisposizione familiare allo sviluppo della SAD, anche se questa tendenza non è coercitiva e necessitante: se un genitore soffre di SAD, non è detto che anche il figlio debba sviluppare il disturbo stagionale.
Per curare la SAD, oltre alla light therapy, ci può essere la psicoterapia, che va bene per in casi meno gravi, in associazione o meno con le cure farmacologiche e con la cura della luce. Un bravo psicoterapeuta riesce a trattare la SAD efficacemente con poche sedute e a risolvere il problema in massimo due-tre mesi: la terapia cognitivo-comportamentale è efficace in sei casi su 10 e si basa sulla presa di coscienza del problema da parte del soggetto interessato, che è chiamato a risolverlo cambiando alcune abitudini e comportamenti. Questo approccio mira a far recuperare, in una prima fase, le energie al paziente aiutandolo a rilassarsi, per poi stimolare il pensiero positivo con alcuni obiettivi da raggiungere.

Un aiuto contro il disturbo affettivo stagionale può venire anche dalle piante.

L’iperico, ad esempio, stimola i neurotrasmettitori che favoriscono il buonumore e inibisce quelli della depressione. Si può usare nelle forme lievi di SAD ed esplica i suoi effetti in circa 2-3 settimane di assunzione, ma la cura va comunque protratta per 3-4 mesi. Non ci si deve illudere, tuttavia, che trattandosi di principi vegetali non ci sino controindicazioni: l’iperico va assunto sempre sotto consiglio e controllo medico, in quanto contiene sostanze in grado di interferire con diversi farmaci, come gli anticoncezionali, gli spray contro l’asma e i decongestionanti nasali.

Utili a contrastare la Sad sono anche le sostanze così dette adattogene, perché si attivano a seconda delle esigenze dell’organismo, aiutandolo a superare gli stress. Fra queste troviamo quattro piante: il ginseng, l’eleuterococco, la schisandra e la rodiola. Specialmente le prime tre aiutano il corpo ad adattarsi al calo di luce e temperatura in autunno-inverno, grazie alla loro azione tonificante a livello psicofisico.

  • La schisandra è particolarmente energizzante, perciò va bene se prevale la stanchezza nella manifestazione della Sad;
  • la rodiola stimola il buonumore, alzando i livelli di serotonina e inibendo la fame di carboidrati, sintomo che si riscontra in questo tipo di depressione stagionale.

Queste specialità vegetali possono essere assunte, sempre sotto la guida di un medico esperto, in estratto secco o tintura madre, cominciando il trattamento alle prime avvisaglie di Sad e protraendo la loro assunzione durante tutta la stagione fredda.

Via ItaliaSalute

Le informazioni di medicina e salute non sostituiscono l’intervento del medico curante.


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