Perché dire NO al TTIP ed agli altri trattati del libero scambio

Cambiano i nomi, ma non le finalità: abbattere i vincoli legati alla salute ed ai diritti dei consumatori per immettere sul mercato prodotti a basso costo non solo di scarsissima qualità, ma anche pericolosi e spesso tossici e che includono il coinvolgimento di note multinazionali in servizi pubblici come acqua, scuola e servizi sanitari.

Parliamo del  TTIP, che ora viene chiamato anche TAFTATransatlantic Free Trade Agreement (Accordo di libero scambio transatlantico) e viene negoziato tra USA e UE dal luglio 2013.

Come il CETA Comprehensive Economic Trade Agreement (Accordo economico e commerciale comprensivo) e il TISATrade in Services Agreement (Accordo sul commercio dei servizi), il TAFTA tratta di accordi di scambio commerciale fra Stati uniti (Canada compreso) e i paesi dell’Unione Europea (Italia compresa).

A leggere il Ttip sembra che a guadagnarci non siano nemmeno gli americani (intesi come cittadini), ma le medie e grandi imprese e – soprattutto – le multinazionali. A rimetterci i consumatori (americani ed europei) e le piccole imprese (americane ed europee).

Così scrive Giulio Marcon, uno dei pochi giornalisti ammessi ad una delle riunioni, nell’articolo pubblicato da L’Espresso.

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Per avere una panoramica dello stato dell’arte sui questi trattati, e conoscere una serie di link utili “per opporsi a questo congegnato e deliberato crimine legale contro tutte le popolazioni dell’intero pianeta” rimandiamo a questo articolo di Maria Caterina Rappoccio.

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