Ildegarda (Von Bingen, ndr) vedeva l’essere umano come una parte di una relazione ecologica, ma afflitto dal “male di vivere” che lo poteva isolare pericolosamente. In questo dunque possiamo vedere la sua attualità, che si perfeziona nella visione della malattia come rottura dell’equilibrio fra corpo e spirito. Per Ildegarda, l’uomo si ammala quando è diviso, cioè quando è in conflitto con se stesso e con gli altri, quando odia o si arrabbia. La malattia è caos, disordine mentre la salute è un processo, una struttura ben ordinata, una riunificazione interiore, un mondo in ordine.
Salute e malattia dipendono quindi dall’equilibrio tra corpo e Anima.
I suoi trattati di medicina contemplano l’uomo nella sua totalità di corpo, mente, emozioni e anima, con le sue gioie e le sue pene, e con tutto ciò che interagisce con lui: ambiente e persone. Per Ildegarda per guarire non c’è solo la tecnica o la medicina ma occorre includere anche il perdono, la consapevolezza, l’attenzione e l’intenzione del cuore. Senza il risveglio e lo stimolo di questi poteri, che lei chiamava virtù, la guarigione non può verificarsi. La parte centrale del suo pensiero ruota intorno alla Viriditas, l’energia vitale intesa come rapporto tra l’uomo – con le sue riflessioni e le sue emozioni – e la natura, preziosa alleata anche per guarire dalle malattie.
La parola Viriditas per Ildegarda riassume la nozione universale di salute, di prosperità e di bellezza, ciò che i latini chiamavano integritas (integrità) e i greci holon (il tutto). Nella sua visione “olistica” della vita, della salute e della esistenza, Ildegarda riteneva che anche le pietre e i cristalli potessero contribuire alla guarigione. Per esempio per il cristallo di rocca, Ildegarda diceva che il cristallo è il cuore congelato dell’acqua che nemmeno i raggi solari riescono a sciogliere: usare l’acqua dove è stato in immersione il minerale per un’ora, serviva per curare le malattie cardiache, il mal di pancia e le gastriti.
Fonte: Salute Olistica
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