La classificazione delle acque termali

In base alla quantità degli elementi predominanti presenti nella composizione chimica, sono riscontrabili alcuni altri tipi fondamentali di acque:

* Acqua bicarbonato – calcica: utilizzata in terapie idropiniche per la cura di malattie dell’apparato digerente, epatiche e del ricambio, trova altresì applicazione nella crenoterapia esterna per la preparazione di fanghi, per cicli di cure inalatorie ed irrigatorie;

* Acqua cloruro-sodica: ha la stessa origine delle acque salso-bromo-iodiche. Fra i suoi componenti annovera in quantità predominanti il sodio e il cloro ed in misura minore i solfati oppure il bicarbonato di calcio, di sodio o di magnesio. In tal caso è utilizzata con metodiche di idropinoterapie, trovando le sue indicazioni soprattutto nelle patologie dell’apparato digerente, per la cura dell’obesità, della gastrite, di piccole insufficienze epatiche, per la diarrea, ma non è affatto indicata nella cura dell’ulcera e della colite spastica. Ove si riscontra una presenza notevole di iodio è utilizzata più spesso nella crenoterapia esterna;

* Acqua solforosa: contiene sali disciolti in misura di 12g./litro, grazie ai quali trova un vastissimo impiego terapeutico. Il suo alto grado solfimetrico la rende infatti molto efficace nella cura delle patologie croniche delle vie respiratorie nonché in quelle dermatologiche. Sotto diretto controllo del medico idrologo, è utilizzata anche in cure idropiniche nelle alterazioni intestinali, nelle patologie epatiche e gastroenteriche;

* Acque arsenicali e le acque ferruginose: sebbene in natura esistano separatamente, è molto frequente riscontrare allo stato naturale la combinazione di acque arsenicali ferruginose, che comunque contengono anche tracce di altri elementi quali magnesio, rame, litio ed altri ancora, in quantità talmente esigue da non comportare variazioni sensibili alle qualità organolettiche. L’elemento chiave di questo tipo di acque è il ferro, utilizzato per contrastare vari tipi di anemia con carenza di ferro, essendo state prioritariamente effettuate tutte le analisi intese a diagnosticare se si tratta effettivamente di mancanza di ferro: una volta accertata l’anemia, si rende necessario poi eseguire tutta la serie di esami per poter escludere malattie del tipo intestinale. Nell’ambito delle terme e del benessere le acque arsenicali ferruginose vengono utilizzate anche nelle terapie inalatorie, in campo ginecologico, in balneo terapia, in fangoterapia; le terapie idropiniche con acque arsenicali ferruginose vengono condotte sotto stretta presenza del medico idrologo, specialmente ove si tratti di patologie a carico di bambini.

Da tutto quanto siamo andati esponendo si evince chiaramente che le acque termali non sono utilizzate soltanto nelle cure idropiniche ma, a seconda dei vari centri e quindi delle acque di cui gli stessi dispongono, anche in tutta una serie di terapie quali i bagni termali, bagni sulfurei per la cura di artrosi e dermatiti, i fanghi, le inalazioni, l’aerosol, le insufflazioni, humages, la ventilazione polmonare, irrigazioni nasali e vaginali, la cura della sordità rinogena, cicli di cure delle flebopatie croniche, ed in vari stabilimenti la cura della sterilità femminile: molti stabilimenti termali infatti praticano nel quotidiano non solo le terapie tradizionali ma sono pienamente attrezzati come Solarium con sauna finlandese e/o bagno turco, Centri di Benessere, Medicina Fisica e Riabilitativa.

Fonte: Pagine Mediche

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