Esercizi di Autoshiatsu. L'aquilone nel vento

Lo shiatsu stabilisce un “eco” vitale con chi lo riceve alla stessa stregua dello zen…
Nello zen, ciò che importa è un buon maestro dal quale imparare, nello shiatsu il maestro è il vostro paziente…
Si può raggiungere il satori (Illuminazione) curando e restaurando lo stato di salute…
Il professor Koji Sato mio insegnante all’università di psicologia, afferma che lo shiatsu è una sorta di zen reciproco da persona a persona…

(Shizuto Masunaga in Zen Shiatsu, La terapia shiatsu secondo lo Zen)

Oltre a ricevere dei trattamenti da un operatore, è possibile praticare Autoshiatsu, ed anche una serie di esercizi che possono essere fatti in qualsiasi ambiente, piacevoli da eseguire e praticabili ovunque in una condizione quotidiana di vita.

Gli esercizi fanno parte delle sequenze di esercizi di riequilibrio energetico che il Maestro S. Masunaga, in base alla sua approfondita conoscenza delle pratiche Taoiste di lunga vita, ha  codificato nei suoi testi spiegandone il valore preventivo, diagnostico e terapeutico. Come per tutte queste  serie di esercizi, occorre rispettare l’ordine della sequenza e la modalità di esecuzione: la sequenza degli esercizi infatti è la stessa sequenza dei  meridiani che in successione costituiscono la circolazione energetica complessiva.

Il Maestro Masunaga allo scopo di facilitare l’esecuzione dell’esercizio, suggerisce di utilizzare delle immagini mentali che sono come una porta per entrare nell’esercizio con maggiore concentrazione e interezza.

Ognuno di questi esercizi è indicato da una lettera dell’alfabeto che ne individua la forma. Anche questo è uno stratagemma che può  aiutare a far capire e a memorizzare meglio ogni singolo esercizio.

Eccone uno ad esempio.

Lettera X – L’aquilone nel vento

Meridiani di Polmone e Intestino Crasso

Come si prepara l’esercizio
Si può utilizzare come punto di appoggio una barra orizzontale collocata in alto, un ramo di un albero orizzontale o lo stipite di una porta, ma si può avere un ottimo punto di appoggio anche dalle braccia alzate di due amici appena un po’ più alti di statura.
Partenza: in piedi, le gambe ben divaricate, senza mai forzare, le braccia bene aperte: tutto il corpo forma una X.

Come si esegue
Inspirare ed espirare profondamente con l’Hara.
Sentire bene la posizione.
Afferrare con le mani la sbarra o lo stipite della porta. Le mani sono il più possibile distanti una dall’altra, l’estensione delle braccia e l’estensione delle gambe va a formare una X

Inspirare concentrarsi bene nell’Hara e spingere in avanti l’addome, come se tutto il corpo fosse un aquilone ben disteso e al punto dell’Hara fosse attaccato il filo centrale.
Immaginiamo d’essere l’aquilone che sente il vento e si tende e porta al massimo l’estensione, poi si rilascia e col respiro successivo riprende di nuovo.
Espirare a fondo tenendosi appesi con le mani, le braccia in estensione, lasciando che tutto il corpo rilassato e appeso alle braccia si apra anteriormente.
Ritornare e ascoltare.
Riprendere, assestarsi bene nella postura. Iniziare di nuovo.
Immaginare di sentire il vento spingere e il filo dell’aquilone dal centro tirare in avanti.
Radicarsi bene a terra poggiando sugli alluci.
Aggrapparsi bene con le mani tenendo i polsi e le braccia morbidi e bene estesi.
Inspirare ed espirare. Eseguire di nuovo. E’ il respiro che consente al corpo di entrare di volta in volta sempre più a fondo nella forma dell’esercizio e quindi di attivare il movimento del ki nei meridiani. Quando si è bene in estensione portare indietro anche la testa e poi tornare, rilassare, ascoltare. Per le prime volte si sente soltanto un’estensione generalizzata nell’addome e negli arti.

Che cosa si sente
Con la ripetizione costante dell’esercizio si affina la capacità di percepire con precisione le linee di tensione relative ai meridiani che questo esercizio attiva in modo specifico: Polmone e Intestino Crasso nell’estensione delle braccia sino al pollice e all’indice e nelle gambe nella linea di scorrimento parallela al margine postero laterale della coscia e della gamba fin sotto la radice delle dita.

Effetto
Quando sentiamo arrivare la sonnolenza o la stanchezza e ci accorgiamo che stiamo chiudendo nelle spalle e nella contrattura del bacino tutto il peso dell’impegno che il lavoro sedentario ci richiede, o quando sentiamo d’avere bisogno di una tazza di aria per il nostro cervello, dedichiamoci qualche minuto e proviamo a giocare con l’esercizio dell’aquilone.
Sarà immediato l’incremento dell’attività respiratoria: si percepisce un benefico senso di distensione nelle braccia e nelle gambe: è come sentire il respiro riempire il corpo, si sviluppa una più chiara percezione del punto Hara e inoltre tutta la parte viscerale dell’addome ne risulta più vitale. Tutto il movimento del ki di scambio con l’ambiente esterno si attiva e ritrova un migliore equilibrio.

Modalità di esecuzione
Ripetere cinque volte.

Qui l’intera serie di esercizi di autoshiatzu

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